giovedì 4 aprile 2024

I Nuovi Baroni

 

https://www.ibs.it/nuovi-baroni-agonia-del-potere-libro-ignazio-salvatore-basile/e/9788833436548

Capitolo 1

 

Il vecchio notaio Joseph Nacho Salvador Sales si fermò, non solo per riprendere fiato, ma anche e soprattutto perché, a quel punto, era prevista la risposta dei vassalli e il conseguente   giuramento per conferma dei due consiglieri del Consiglio di Comunicazione, Efisio Blas Vargiu e Francisco Lorenzo Vaquer, in qualità di rappresentanti dei vassalli. 

Soltanto allora avrebbe potuto concludere il rito della presa di possesso del feudo in capo al nuovo marchese. Così aveva fatto egli stesso, venticinque anni prima,  per l’infeudazione del  padre di Don Carlos, Don Arbal e così era stato fatto da tempo immemore, o almeno sino dai tempi in cui, ed erano trascorsi molti secoli, il primo signore degli Alagon era stato infeudato da Ferdinando d’Aragona in quello che allora era soltanto uno spopolato villaggio e adesso contava ben cinque Partiti di ventisette Ville complessive.

Un coro di proteste si levò invece dalla folla presente che il messo comunale era riuscito a suon di tamburo e di corno a radunare nel cortile della Casa Forte, il centro di quel potere feudale da lui decantato a norma di legge.

«Basta con questi antichi vassallaggi!»

«Siamo stanchi di pagare!»

«Non ce la facciamo più»

«La legge è cambiata!»

«Non avete più i titoli per imporci questi odiosi tributi!»

«Evviva Carlo Alberto Re di Sardegna!»

«A morte i baroni e i marchesi austriaci e spagnoli!»

In un crescendo di rabbia e frustrazione adesso il popolo dei vassalli si era sollevato in una voce sola.

«Que pasa?», chiese il Sostituto Podatario Don Josep Mendoza al commissario dell’Udienza Reale Dottor Hernan Cany. Nonostante il potere fosse passato ai Savoia da più di un secolo, certi funzionari, specialmente quelli legati alla nobiltà del passato regime, parlavano tra loro ancora in lingua castigliana.

«No sé», rispose il commissario della Reale Udienza preso di sorpresa. Poi rivolto al notaio, nella lingua sarda che l’uomo stesso aveva usato per farsi intendere dai presenti.

«Cosa sta succedendo signor notaro?»

«I due consiglieri qui presenti mi hanno appena comunicato che i vassalli non intendono promettere obbedienza al nuovo padrone. Tra loro gira la voce che il Re Sardo abbia emanato un editto con il quale avrebbe abolito i diritti del feudo».

Il Sostituto Podatario, che detestava nel profondo del cuore i vassalli sardi, inviperito inoltre per aver dovuto sostituire il titolare all’ultimo momento, si sporse dal ballatoio e con fare minaccioso, stringendo il pugno della mano destra, si mise a inveire nella sua lingua madre, che era quella castigliana, con irripetibili improperi che investivano direttamente le madri innocenti dei vassalli ribelli.

Antoni Pinna, figlio di una popolana e di padre ignoto, ovvero di N.N., come si usava annotare allora nei registri del battesimo in quei casi, che forse aveva persino sangue spagnolo nelle vene e che delle invettive  urlate dal Sostituto Podatario aveva sicuramente afferrato quella che considerò un’offesa e un oltraggio  imperdonabili a sua madre, si fece largo tra la folla dei vassalli, prese di mira l’esagitato Podatario con il suo moschetto ad avancarica e lo centrò in pieno petto, urlando a sua volta: «Bagassa manna mamma tua!».

Forse fu più sorpreso lo stesso Antoni di quel centro fortunoso, anche se la distanza non superava probabilmente i cinquanta metri.

Dopo un attimo di incertezza, allo stupore, frammisto ad orgoglio, per quel centro portentoso, vedendo l’uomo accasciarsi pesantemente tra le braccia dei vicini, subentrarono la coscienza di aver ferito gravemente il rappresentante di un uomo potente, il marchese padrone del feudo, e la paura delle conseguenze. Tanto più che l’Ufficiale di Giustizia e il Maggiore, stringendo ancora tra le braccia il corpo inerte del Podatario supplente, si misero a urlare ai presenti di afferrare l’assassino per assicurarlo alla legge mentre prestavano le prime cure al ferito.

 Antoni si mise a correre come un pazzo.

Attraversata la via reale, si infilò nel Bosco de Is Murtas e lì, nonostante il pronto inseguimento del tenente e di due miliziani presenti al raduno, fece perdere le sue tracce, essendo più giovane e più veloce dei suoi inseguitori.

 

lunedì 1 aprile 2024

LA RESURREZIONE DI GESU’


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Giovanni! Pietro! Correte!

Gesù L’han portato via

Dal Sepolcro! Conoscete

Voi due ”  gridava Maria

 

Di Magdala concitata

dove l’abbian portato?”

Corsero a perdifiato

Per la discesa sterrata

 

I due interpellati.

Arrivò primo Giovanni,

chè lento era di più anni

Pietro. Ma abbandonati

 

Erano i sacri teli

Che le membra avean strette

E ‘l sudario qual ne’ cieli

Sospeso, vide, e credette,

 

anche il discente più acerbo,

dopo l’anziano. E intanto

che Maria in gran pianto

si scioglieva, con in serbo

 

quelle grandi emozioni

a casa rientravano

i due e capivano

infine le narrazioni

 

delle Scritture, che Egli

doveva risuscitare

dall’oltretomba. Due begli

angeli a domandare

 

il perché del suo pianto

a Maria, prona verso

la bara, di lino terso

vestiti apparvero. - “Tanto

 

io piango perché hanno

portato via il mio Signore

e non ho pace al cuore

- rispose ella con affanno -

 

 “ al non conoscer neanche

dove lo abbiano  posto”- .

Ciò detto le ciglia stanche

Posò su un uomo discosto

 

Che era Gesù incognìto.

- “Donna, chi piangi e cerchi?”-

le chiese. Di sottecchi,

credendolo di quel sito

 

lei, così lo supplicò:

-“ Se Lo hai portato via tu,

il mio Signore Gesù,

dimmelo; io stessa andrò

 

 

a prenderLo”. Il Suo rostro

mostrando Egli le disse

-“ Salgo al Padre mio e vostro.

Dillo, che pria che salisse

 

Gesù ai Suoi fratelli

Per te lo ha inteso dir!”

Dopo aver detto : “Rabbunì!”

Ella andò a dirlo a quelli.

 

La sera di quello stesso

Giorno, il primo passato

Il sabato, inserrato

Per timore,  il consesso

 

Dei discepoli stava,

Dei Giudei, allor quando

Gesù si manifestava

A lor così parlando:

 

“-Pace a voi” E mostrò

le mani e il  costato.

Come il Padre mi ha mandato

Così vi mando”. Alitò

 

Gesù, quindi  disse ad essi

Gioiosi e stupefatti

-“ A coloro  cui i  peccati

rimetterete, rimessi

 

saranno. E non rimessi

a quei cui non li avrete

rimessi.” Di ciò messi

li fece. “ E ricevete

 

ora lo Spirito Santo”.

Ma avvenne che Tommaso

Del fatto non persuaso,

quando i colleghi vanto

 

menaron d’aver visto

il Signore Gesù, disse:

-“ Non credo che chi già visse,

viva ancor, se il mio dito

 

non metto e le ferite

dei Suoi chiodi non vedo”.

Dalle cose riferite,

dopo otto giorni, credo,

 

ricomparve a porte chiuse

Gesù nello stesso luogo

Con l’autore dello sfogo.

A lui le piaghe dischiuse

 

Mostrò. Ed egli disse: “Mio

Signore Cristo Gesù

Maestro e amico!   Tu

Sei il Signore mio Dio”!.

 

-“Beato chi avrà fede” -

diss’Ei – “  non avendo visto

e  pur col cuore crede,

chè avrà la vita in Cristo!”

lunedì 4 marzo 2024

Concerto Furioso Andante


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 “All’inizio del XVI secolo Matteo da Scandiano, un letterato idealista e coraggioso, accetta di svolgere una missione per conto del duca Ferrante d’Este. Viene così inviato come governatore a Castelnuovo di Garfagnana, una terra aspra e inospitale dove vige ancora la legge del più forte e tutti, persino i rappresentanti del clero, agiscono al di fuori di ogni regola, spinti soltanto dal desiderio di prevalere sugli altri, al soldo di chi può pagare meglio i loro servizi. Presto si pente di avere accettato quell’ingrato compito, anche perché ha dovuto lasciare in città la sua innamorata, la bella Lucrezia, che in sua assenza viene insidiata da un lussurioso e feroce cardinale, fratello del duca d’Este, che cercherà di vendicarsi per essere stato respinto dalla donna. Sullo sfondo della vicenda si muovono non soltanto i grandi personaggi dell’epoca, da papa Leone X all’imperatore Carlo V d’Asburgo, passando per il Doge di Venezia e il Granduca di Toscana, ma anche le idee che sconvolgono, in quel frangente storico, le fondamenta stesse su cui la società si è fino ad allora basata, dalle 99 tesi di Martin Lutero, alla visione copernicana del mondo che si allarga a dismisura oltre l’oceano, grazie alle recenti scoperte dei grandi navigatori europei."

sabato 24 febbraio 2024

Delitto al Quadrivio - 23

 

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Capitolo Decimo

 

Le indagini avviate dal team del Nucleo Operativo della squadra omicidi della questura di Cagliari cominciarono a dare i loro primi risultati.

Infatti nella riunione settimanale, organizzata come al solito il venerdì per fare il punto della situazione, cominciarono a profilarsi importanti spunti, se non proprio delle  autentiche piste da seguire ed approfondire.

Il commissario, a fine riunione, prima di ringraziare i suoi collaboratori per il lavoro svolto, provò a tirare somme dei risultati raggiunti.

-        «Per quanto pochi siano i risultati raggiunti vorrei riepilogare il   cammino sin qui percorso dalle nostre indagini.!»

-        “Pusillum pusillo, fiet ingens acervus!” – disse l’ispettore Zuddas con enfasi.

-        «Prego commissario, dica pure che io  l’ascolto!» – disse invece Farci polemizzando  indirettamente con il collega.

-        «Bene. Se volete interrompetemi pure per delle precisazioni o dei chiarimenti.»–

I due questa volta assentirono senza commenti e il commissario cominciò la sua esposizione.

-        «Ho riletto i verbali dei testi a sommarie informazioni che voi avete redatto. Al di là dei contenuti di queste dichiarazioni,   considerando ciò che voi mi avete riferito, mi pare di aver capito che la vittima non era molto amata nella sua comunità di origine; quella rumena intendo; ma neanche i nostri connazionali da voi interpellati si sono sbottonati più di tanto. Avverto come un alone di reticenza nelle loro dichiarazioni; e questo me lo avete confermato anche voi nelle impressioni, per così dire epidermiche, che mi avete riferito di aver provato mentre li sentivate».

venerdì 2 febbraio 2024

Delitto al Quadrivio - 22

 

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-        «Caspita! Grazie mille, avvocato! È stata gentile a telefonarmi». Il commissario si sentì di colpo una merda. A volte essere uno sbirro sino al midollo, come era lui, portava ad agire da stronzi. Cercò di farsi perdonare. – «Mi piacerebbe ringraziarla di persona per essersi presa la briga di informarmi…»

-        «Magari potrebbe contraccambiare fornendomi a sua volta dei ragguagli su come stanno procedendo le sue indagini…»

Lo sbirro interiore del commissario gli tolse la parola facendolo chiudere a riccio. Si era già pentito della sua offerta.

-        «Ovviamente senza violare la segretezza delle indagini!»– aggiunse di seguito l’avvocato.

-        «Ovviamente!» – disse riprendendosi il commissario, giusto per colmare il vuoto del silenzio.

-        «Tenga comunque presente, commissario, che il mio assistito è ormai solo formalmente indagato. Anzi, presto potremmo anche agire come parte offesa a fianco della Procura!»– lo incalzò l’avvocato con quella sua voce sicura e squillante.

Questo avvocato è un diavolo in gonnella, pensò lo sbirro ch’era dentro il commissario,  prendendo di nuovo il sopravvento.

-        «Conosce il ristorante ‘La Falena’, avvocato?»

-        «E’ quello quasi sullo svincolo per la Città Mercato di Santa Gilla

-        «Sì, proprio quello! Le va bene alle 14,00 di venerdì?»

-        «Ci sarò di sicuro! A venerdì, allora!»

-        «A venerdì!»  – si accommiatò il commissario riattaccando.

venerdì 26 gennaio 2024

Delitto al Quadrivio - 21

 

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Capitolo Nono

L’avvocato Levi chiamò il commissario sul cellulare.

-        «Pronto?» rispose De Candia al numero sconosciuto che comunque appariva sul Display.

-        «Buongiorno. Sono l’avvocato Levi. Si ricorda?»

-        «Buongiorno a lei. Certo che mi ricordo! Il delitto del Quadrivio! Mi dica pure.»

-        «Ho delle novità che potrebbero interessare le sue indagini…»

Lo spirito dello sbirro diffidente lo mise subito sul chi vive. Aveva delle novità o ne voleva da lui?

-        «Di che si tratta?» – interloquì in tono neutro.

-        «Ha presente la Comunità “El Ziguratt” di Settimo San Pietro

-        «Cosa ha che fare con le indagini?»

-        «Il mio assistito, Gino Garau, lavora lì come psicoterapeuta…»

-        «E dunque…?»

-        «Tra gli ospiti c’è un rumeno, un certo Lorenzu;  dice che la vittima, nella comunità rumena di Cagliari era chiamata ‘camatàr’…»

-        «Camatàr? E cosa significa?»

-        «Significa che la vittima prestava soldi a strozzo, e non solo ai rumeni, a quanto pare!»

-        «Cribbio!» – si lasciò sfuggire il commissario! – «Questo potrebbe attribuire un altro significato a quel pezzo di cravatta rinvenuto nella borsetta!» aggiunse poi dando voce ai suoi pensieri.

-        «Pensavo potesse interessare le sue indagini» – interloquì l’avv. Levi.

sabato 20 gennaio 2024

Delitto al Quadrivio - 20

 


-        Sed non habitum monachum reddit!” – sentenziò Zuddas, che pur di contestare il collega era capace di adattare ogni proverbio latino gli venisse in mente. “ Non dimentichiamo cioè, che l’abito non sempre fa il monaco!” – tradusse a mo’ di spiegazione!

-        «Ma che azz… c’entra mò?»– proruppe piccato il Farci, che quando si arrabbiava parlava mezzo napoletano. Zuddas aveva malignato in proposito che era per il fatto che i litigi con la moglie napoletana si svolgevano  nella lingua nobile di Eduardo.

-        «Magari si potrebbe  indagare a quali matrimoni celebratisi nei due mesi precedenti il delitto possa aver partecipato la vittima» - interpose  il commissario che si divertiva un mondo alle battute dei suoi collaboratori ma interveniva tempestivamente per evitare che i loro battibecchi degenerassero in turpiloqui  da caserma.

-        «Me ne occupo io, commissario!» – esclamò il sovrintendente Farci. – «Anzi lo consideri fatto!»

-        «Tu, invece, appena riesco a entrare in possesso del   pezzo di cravatta rinvenuto, ti occuperesti di provare a risalire alla provenienza dell’accessorio? Che so io, provenienza della  vendita, marchio di fabbricazione, insomma, informazioni che possano ricondurre al proprietario o all’acquirente…»

-        «Ci conti, commissario! Tutto ciò che riesco a scoprire in base al piccolo  frammento…»

-        “Inoltre c’è un’altra pista!” – disse il commissario assentendo.

-        «E qual è signor commissario?» -  chiese il sovrintendente  Farci per il gusto di mollare il collega Zuddas che sicuramente voleva tentare di spiegare ancora le sue pillole indigeste di saggezza antica.

-        «La vittima aveva accumulato un discreto patrimonio immobiliare ed era inoltre titolare di due cospicui conti correnti, in banca e alle poste! E se non ha ereditato da qualche zio Sam, potrebbe essere interessante verificare la provenienza di tutti questi danari!»

-        Pecunia pecuniae accedit…!” – esclamò l’ispettore Zuddas a mezza voce, forse cercando di ricordare il resto.

-        «Vuole che me ne occupi commissario?» – chiese il sovrintendente deciso ad ignorare lo sfoggio del collega.

-        «No, no, grazie Farci! Preferisco occuparmene io».

-        «E io commissario?»– chiese l’ispettore Zuddas – «Vuole che mi occupi di qualcos’altro?»

-        «No, grazie. Stai facendo bene e prosegui nella stessa direzione. Ve n’ho  voluto parlare solo perché teniate presente anche questi elementi nello svolgimento delle vostre indagini!»

-        «Grazie commissario!» – rispose l’ispettore.

-        «Possiamo andare?» – chiese invece il sovrintendente.

-        «Sì, certo. A venerdì prossimo! E grazie a voi per l’attenzione e l’impegno!»

I due si allontanarono insieme. Il commissario immaginò che sarebbero andati insieme al più vicino bar per bersi un aperitivo. Era sempre così. Sembravano due di quegli  innamorati litigiosi che danno l’impressione di litigare apposta per poter poi fare pace.  Il commissario si reputò fortunato ad averli tra i suoi più stretti collaboratori.

 

giovedì 18 gennaio 2024

Tra l'amore a prima vista di Szimborska e Le Foglie d'Erba di Whitman

 


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Il mio testo di poesie in rima "I Salmi" ancora in classifica su Amazon. La classifica di riferimento è quella dei bestseller, i più venduti: occupa la  ventiseiesima posizione, tra Szymborska e Whitman. Tra questi due mostri sacri della poesia mi sento davvero piccolino, ma anche orgoglioso; questa posizione di rilievo, se non da me, è meritata per l'argomento che tratto nel volume: i centocinquanta Salmi della Bibbia! 

Non è certo per i soldi che gioisco, in quanto in realtà, si tratta,  sono  pochi spiccioli, quelli che finiscono nelle tasche dei poeti. 

Sono però contento di scoprire che, dopo tanti sacrifici (il labor limae, lo chimamava qualcuno) qualcuno apprezza le mie rime.

Grazie di cuore a tutti i lettori che su Internet apprezzano la mia opera "La Bibbia in Rima".

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domenica 14 gennaio 2024

Delitto al Quadrivio - 19

 


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-        «Vorrei che le indagini» – intervenne il commissario, deciso a stroncare sul nascere eventuali dispute filologiche tra i due collaboratori – «si proiettassero in diverse direzioni. Qualcuno dovrebbe recarsi a sentire i conoscenti e i vicini della vittima in via Schiavazzi, a Sant’Elia, mentre un altro dovrebbe indagare nell’ambiente del Teatro Lirico, dove la vittima ha suonato il violino per circa trent’anni, mentre un terzo si occuperà di sentire l’ambiente dei musicisti rumeni. A proposito,  ho già interessato chi di dovere perché solleciti, attraverso il nostro Ministero degli Esteri, l’acquisizione delle informazioni relative alla vita di Daniela Georgimirescu prima che si trasferisse in Italia: nascita, famiglia di origine, studi e frequentazioni, eventuali precedenti penali; insomma ogni notizia riguardante la vittima!»

-        Panis non conficitur sine farina!” , approvò Zuddas con ammirazione!

-        «Commissario, col suo permesso, io mi occupo delle indagini di Sant’Elia! Perché lì, a questo qua» – disse il Farci indicando Zuddas – «se lo sentono parlare in latino lo accoltellano subito!»

-        «Ed allora io mi occuperò dell’ambiente musicale. Se lei è d’accordo, commissario, unirei i due filoni: quello artistico e quello rumeno. In fondo credo che coincidano. Intendo dire che tutti i rumeni giunti qui negli anni settanta e negli ottanta erano dei musicisti di un certo livello e sono stati assunti nell’orchestra sinfonica di  Cagliari. Così lei avrà più tempo per coordinare il tutto,  battendo eventuali piste collaterali!» – disse Zuddas ignorando la battuta provocatoria del collega.

-        «Che ne pensate, ad esempio,  di  questo pezzetto di cravatta!» – espresse con apprezzamento  il commissario mostrando una foto che ritraeva un pezzo di stoffa a strisce oblique di varie sfumature cremisi.

-        «Sembra la parte terminale di una cravatta. Uno di quei pezzi  che si tagliano per gli ospiti di un matrimonio dietro un’offerta volontaria di danaro a favore degli sposi…» – disse Farci passando la foto al collega Zuddas.

-        «E’ un rito pagano che si celebra solitamente dopo il pranzo con coreografie teatrali variabili!»– assentì l’ispettore osservando la foto.

-        «Questa potrebbe essere una di quelle piste collaterali, non credete?» – disse il commissario rimettendo nel fascicolo la foto.

-        «Beh, dal momento che la vittima sembrava più in abito da cerimonia che in abbigliamento da passeggio, direi che ci sta proprio!»- convenne il sovrintendente Farci.

I Nuovi Baroni

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